Ieri a Roma è stato firmato l’accordo tra il ministero della Giustizia e l’Agenzia del Demanio per la realizzazione del “Parco della Giustizia di Lecce” che sorgerà su un terreno di proprietà dello Stato confiscato alla criminalità organizzata, a circa cinque chilometri dal centro cittadino. A darne notizia il ministro Alfonso Bonafede.
E’ stato il Ministro con un post su Facebook a rendere pubblica la sigla della convenzione: “Un risultato importante, frutto di una virtuosa sinergia tra il Ministero, il Demanio e le istituzioni locali. Il progetto, atteso da tempo, porta con sé anche un preciso significato simbolico: la nuova cittadella giudiziaria sorgerà, infatti, su un’area confiscata alla criminalità organizzata. Il nuovo Parco della Giustizia garantirà un notevole risparmio di risorse, quantificato in circa 1,6 milioni di euro, e consentirà di migliorare la qualità dei servizi offerti dagli uffici giudiziari leccesi. Continuiamo a lavorare sulle cose concrete, per rispondere alle esigenze dei cittadini e del sistema Giustizia“.
L’operazione consentirà di accorpare in un unico Polo tutte le funzioni di giustizia della città, compresi uffici e archivi, determinando un ingente risparmio per le casse dello Stato, oltre ai risparmi derivanti dall’efficientamento energetico con la realizzazione di un edificio altamente performante e a basse emissioni.
Alla sottoscrizione dell’accordo per il Parco della Giustizia di Lecce, che sorgerà sui terreni su terreni confiscati nell’ambito di inchieste giudiziarie per mafia in Via Adriatica, plaude anche il sindaco Carlo Salvemini: “Nel prendere parte a questo importante passaggio ho ribadito la volontà del Comune e dell’amministrazione di lavorare al fianco del Ministero della Giustizia e dell’Agenzia del Demanio perché i tempi di progettazione e realizzazione dell’intervento siano i più veloci possibili, consapevoli che si tratta di un investimento di notevole entità oltre che di fondamentale interesse. A motivarci è anche la forte carica simbolica che riveste la volontà da parte dello Stato di costruire su terreni confiscati alla criminalità. Sui frutti di illeciti guadagni, costruiremo le basi di una più forte e incisiva attività di lotta alle mafie. Andiamo avanti con fiducia”.
Un primo passo certamente, al quale però devono seguire i fatti di un cronoprogramma ben definito che parta dalla indizione delle gare per avviare concretamente i cantieri. L’edilizia giudiziaria in Puglia è una questione molto seria, se si pensa anche alla situazione di Bari dove l’accesso alla Giustizia, dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia barese di via Nazariantz, è passato dalle tende del maggio 2018 allo spezzatino di sedi diverse in luoghi anche lontani fra loro che gli operatori vivono ancora oggi.