Celebrazione del trentennale dell’emigrazione albanese, l’intervento del presidente Emiliano.
Di seguito l’intervento del presidente Michele Emiliano durante la celebrazione del trentennale dell’emigrazione albanese, in Aula consiliare.
Il rischio delle parole sta, alle volte, nel loro eccesso e nella non corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, ma è un rischio questo che in questi trent’anni abbiamo
È, ovviamente, una festa, quella di oggi, è una festa dell’accoglienza, è la festa di chi raccoglie le antiche tradizioni del Mediterraneo, parlo di quelle proprio antiche, quelle dell’Odissea, quelle di chi accoglie Ulisse senza sapere di chi si trattasse e che lo accoglie per dovere tramandato di generazione in generazione, a prescindere da cause, ragioni, convenienze. Lo so che è difficile accogliere qualcuno a prescindere, senza ragionare, applicando quest’antica legge
Un’
C’era la consapevolezza che tutto questo fosse giusto. Credetemi, non si poteva camminare in tutto il corso. Non c’era l’impressione di essere stati invasi, avevamo intuito che quelle persone erano venute là non per invaderci, ma per cominciare una nuova vita, e noi eravamo felici di poter contribuire.
Poi le cose non sono andate sempre così: lo dico al Sindaco di Bari, che ringrazio. Ovviamente, ognuno ha le sue debolezze, e il Sindaco di Bari è la mia debolezza principale, dal punto di vista politico, perché mi commuove sempre parlare della sua città e di lui in modo particolare. Tu sei l’erede, come lo sono stato io, di Enrico Dalfino, una persona che ha sofferto immensamente il suo desiderio di applicare queste regole semplici, di cui vi ho parlato, e di farlo con civiltà. Ha saputo resistere, e in questo c’è una lezione che davvero ricorda Socrate, ha saputo subire l’ingiustizia delle Istituzioni con quella sobrietà e quell’amore per le Istituzioni che solo una persona straordinaria può sopportare.
È un orgoglio per la città di Bari, quel Sindaco. Quel Sindaco è stato tale solo per pochi mesi. Poi, ovviamente, la politica si è incaricata in qualche modo di archiviarne il relativo ruolo; ma la città non l’ha mai dimenticato. Non l’ha mai dimenticato, assieme a quelle giornate, assieme a quella idea della civiltà e dell’umanità.
Se siamo qui, oggi, è grazie al popolo, è grazie all’intuizione dell’
Può, il popolo, avere una intelligenza collettiva strategica tale da poter vedere il futuro in una intuizione? In un istante? È possibile che il popolo pugliese allora riuscisse a vedere le cose che sono successe dopo. Perché è vero che abbiamo tanto penato, insieme – è Edi? –, nel senso che, Presidente, è stata dura. Questi trent’anni non sono stati semplici. Li abbiamo affrontati gestendo insieme e contrastando insieme traffici criminali, contrastando
Signor Ministro, penso a tutti i sacrifici che l’Albania ha fatto in questi trent’anni, migliorando se stessa in una maniera straordinaria. Io ricordo di essere andato a Tirana per la prima volta per un atto giudiziario piuttosto
Sono stato, ovviamente, a Tirana tante volte, in seguito. Negli ultimi tempi, vedere piazza Scanderbeg, vedere la sede della Regione Puglia che si apre sulla piazza, andare a trovare il Sindaco, verificare i progressi di questo Paese è stata veramente un’emozione, la stessa emozione che ho avuto nel vedere la Puglia crescere in questo stesso periodo, perché questa crescita è stata comune.
I sentimenti che abbiamo messo, quell’intuizione popolare che ha consentito a noi, oggi, di considerare questa una festa, ci sono altre città che sono state invase da tanta gente, ad aver trasformato quella piccola invasione in un momento storico decisivo, caratteristico? Non
La Regione Puglia, in occasione dei massicci e ripetuti episodi di immigrazione clandestina, l’intera
La comunità tutta offriva alla nazione, all’Italia, io direi anche all’Unione Europea, uno splendido esempio di grande solidarietà sociale e nobile spirito di sacrificio, perché tutto ciò di cui stiamo parlando è generosità, ma è anche intelligenza. Perché questa cosa è utile, conviene, consente una gestione dell’ordine pubblico migliore, consente una gestione del contrasto al crimine organizzato migliore.
Il Presidente Rama ha attraversato questi trent’anni partendo anche lui dal fare il Sindaco. Lo ha fatto in una situazione anche molto pericolosa, come tutti voi sapete. Ha cercato di spiegare alla sua comunità che la povertà non si combatte con l’abbrutimento e che avere un momento di crisi profonda anche economica non significa massacrare la bellezza, non significa massacrare l’ambiente, non significa massacrare le cose che ti sono state tramandate dalle generazioni precedenti. Anzi, è il contrario. Se sei povero, mantieni e cura le cose che ti hanno dato. Fai in modo che la tua città diventi più bella. Il Piano del colore della città di Tirana è una delle cose che è passata alla storia, e io ho seguito questa storia. Ero magistrato allora, non politico (diciamo così), e seguivo questa storia complicata, anche l’attentato che, per fare questo lavoro, il Sindaco di Tirana subì in quell’epoca. Poi la sua capacità di costruire una leadership politica
Ecco perché io oggi, ricordo tutto questo.
Ti ho sentito vicino, sempre. Ti ho sentito vicino quando hai fatto quello che hai potuto per darci una mano, assieme al tuo popolo, durante la pandemia. Eravamo presi di sorpresa e voi siete arrivati.
Ti ho sentito vicino quando abbiamo ragionato sul futuro delle nostre imprese, sul quello che succederà dopo la pandemia.
Ti ho sentito pugliese, perché, questo è vero, tu conosci questa regione come pochi altri,
È per questo – non te l’abbiamo anticipato, ma è una piccola sorpresa, neanche tanto piccola – che abbiamo un premio, che viene conferito solo ai pugliesi, ma, eccezionalmente, verrà questa volta conferito a un pugliese che, però, è di nazionalità albanese, almeno
Ti voglio leggere la motivazione. Questo premio si chiama “Radice di Puglia”. Ti assumi, se lo accetti, anche la responsabilità di proteggere sempre anche la mia terra, oltre che la tua, anche la mia comunità oltre che la tua, e in generale l’umanità, perché noi non ci fermiamo ai confini.
La motivazione è questa: “In nome della storia di amicizia e vicinanza tra pugliesi e albanesi su un sentiero di solidarietà e rispetto reciproco per suggellare la comune ambizione di accompagnare la Puglia e l’Albania verso una meta importante: essere comunità solidali dentro un Mediterraneo di pace, di sviluppo e di benessere”.
Ovviamente consiste, dato il nome, in una radice. Questo è l’artista. Questa è la radice di Puglia. Te ne faccio dono